La Profondità del Benessere: l’empatia e la bellezza collaterale
Montegrotto Terme, venerdì 26 e sabato 27 Maggio 2017
Un successo!
Cosa può emergere dall’incontro tra professionisti della salute, pazienti oncologici e loro familiari, immersi per due giorni in una location distante dalla quotidianità della malattia e dedicata alla condivisione, all’empatia e alla scoperta creativa di sé e dell’altro? Questa è una delle domande che si è posta la Fondazione Altre Parole ONLUS, che per il terzo anno consecutivo ha proposto e finanziato “La Profondità del Benessere”, evento residenziale dedicato ai pazienti oncologici e ai loro caregiver., grazie alla disponibilità dell’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, in provincia di Padova. Vi hanno partecipato pazienti afferenti da tutto il Triveneto.
“La Profondità del Benessere” è un progetto nato nel 2015 dalla collaborazione tra : il dott. Fernando Gaion, già primario dell’Oncologia di Camposampiero e Cittadella Alss6 “Euganea” ora Presidente della Fondazione Altre Parole ONLUS; e il dott. Luca Riccardi, psicologo psicoterapeuta della medesima Oncologia e parte del comitato scientifico della Fondazione. L’intento iniziale era di promuovere una visione “Medico-Olistica” delle cure, ossia una medicina che tenesse conto di tutti gli aspetti umani del paziente e non solo della sua patologia. Giunti quest’anno alla terza edizione dell’evento “La Profondità del Benessere”, si è potuto constatare che un’esperienza del genere permette al paziente e ai suoi familiari di riconoscere anche gli aspetti umani e di positività che accompagnano la malattia, di ritrovare uno stato di benessere, “decontaminandosi” dagli aspetti preconcetti legati alla malattia ed affrontando emozioni e ricordi in modo costruttivo e, perché no, creativo.
Quest’anno l’evento aveva come focus l’empatia e la bellezza collaterale, e ha visto la partecipazione di più di cento persone, tra pazienti e familiari! Due giornate di lavoro dedicate alla possibilità di condividere esperienze e pensieri, di stare insieme, di prendere contatto con le proprie e altrui emozioni, scoprendo qualcosa di nuovo su di sé e su gli altri, per riappropriasi della bellezza della vita e degli incontri empatici che essa ci regala. Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri il “lavoro” con tutto questo. Di fatto non si è trattato di un semplice weekend fuori porta: chi ha aderito all’iniziativa era pronto a lavorare su di sé, a esplorare anche altri significati della malattia attraverso i laboratori artistici proposti, a cui è stata dedicata l’intera giornata di venerdì 26: laboratori di arteterapia, musicoterapia, teatro, di fotografia e scrittura creativa!
Ma vediamo più da vicino il programma delle due giornate. L’evento si è aperto con i saluti del Dott. Gaion e del Dott. Riccardi, e la presentazione delle diverse iniziative promosse dalla Fondazione. A seguire vi è stato lo smistamento dei partecipanti verso il laboratorio artistico a loro assegnato (ogni persona, infatti, al momento dell’iscrizione aveva indicato quale laboratorio avrebbe desiderato seguire). Gran parte della mattina e del pomeriggio è stata quindi dedicata alle attività laboratoriali, che hanno coinvolto i partecipanti nella scoperta approfondita di sé e degli altri, grazie alla guida esperta dei maestri che hanno aderito all’iniziativa e attraverso gli strumenti specifici di ogni laboratorio. Ecco, allora, che è stato possibile immergersi nel suono ancestrale dei tamburi, modellare l’argilla per dare forma alle emozioni, riscoprire il fascino di prendere carta e penna per narrare la propria storia, conoscere più a fondo il linguaggio del corpo e le sue capacità espressive, catturare il potere delle immagini anche grazie al proprio semplice smartphone. La giornata di venerdì ha riservato anche delle sorprese: i saluti del dott. Domenico Scibetta, direttore generale della Ulss 6 Euganea; la relazione del dott. Sandro Spinanti, uno tra i massimi esponenti della Medina Narrativa nei contesti di cura; il corso (a costo supplementare) di Apnea Experience presso la Y-40, la piscina più profonda del mondo adiacente all’Hotel Millepini; e il suggestivo spettacolo serale, gentilmente offerto dalla famiglia Marostica, che ha visto una bravissima artista ricreare a mano libera, con il solo ausilio della sabbia e di una lavagna luminosa, emozionanti scene di vita quotidiana.
Nella giornata del sabato, dopo il risveglio muscolare all’aria aperta con gli insegnanti di Viet Tai Chi, grande spazio è stato dato alla condivisione generale, per far luce su quanto emerso all’interno di ogni laboratorio, e aprire il confronto sull’esperienza dei due giorni vissuti assieme all’insegna dell’empatia e della bellezza collaterale.
La dimensione del “gruppo” è stato uno degli elementi chiave dell’evento. La possibilità di soggiornare presso la struttura e consumare i pasti assieme, i piccoli gruppi dei laboratori e i grandi ritrovi in plenaria: tutto è stato pensato e organizzato in nome della condivisione.
Il tema della condivisione emerge, infatti, anche dai rimandi che sono arrivati dai partecipanti circa le aspettative nei confronti dell’evento e il significato che per loro ha avuto quest’esperienza:
“Un momento di crescita e condivisione”
“Tranquillità, amicizia, condivisione, serenità”
“(…) confronto con altre persone che hanno vissuto la mia stessa condizione”
“È stata bella e positiva per me perché mi ha trasmesso un metodo per guardarmi dentro e capire che la mia esperienza non è solitaria e che condividendo ogni peso (della vita) diventa più leggero!”.
Si, perché molte persone hanno percepito una diffusa sensazione di benessere:
“Mi aspettavo quello che ho trovato, stare bene!”
“Mi sono sentita una persona di cui la Fondazione si è presa cura: porterò con me tutto il carburante ricevuto dai vari momenti del convegno. Sono stata solo serena: grazie!”
“Staccare la spina (…) sono stata molto bene.”
“La mia mente è stata liberata dai soliti pensieri”.
Per chi ha partecipato è stato altresì possibile scavare dentro di sé, riflettere su aspetti sui quali poco ci soffermiamo nella quotidianità della malattia, e scoprire nuove energie:
“Un viaggio dentro di me per conoscermi meglio e scoprire le mie risorse (…)”
“La gioia di partecipare ad un evento rigenerativo, ho ottenuto di sentire in me una positività e una carica di pensieri energici”
“Trovare in me stessa sempre, al di là degli eventi, la forza; la carica e la responsabilità per affrontare i problemi perché ognuno di noi è il centro del mondo”
“Più mi conosco e meglio so usare le mie potenzialità. Imparo i miei limiti e scopro come proteggermi o come superarli e le mie relazioni migliorano. Anche la mia voglia di VIVERE migliora”
“Un aiuto alla mia vita. Ho condiviso forti emozioni con altre persone e ho percepito molta forza di reagire e voglia di vivere in ciascuno, un grande esempio positivo”
“Con piacere mi sono ritrovata più forte e sicura rispetto agli anni scorsi”
“(…) avendo risvegliato la mia voglia di fare e di rimettermi in gioco, lasciando l’apatia che mi accompagnava”.
Sentimenti positivi che non accompagnano solo i pazienti, ma anche i loro familiari!
“Confrontarmi con un familiare su temi profondi che a volte condividiamo con difficoltà”
“Per me è stata la seconda esperienza e mi aspettavo di trovare come l’altra volta tante persone che pur avendo la malattia non ti fanno pesare che loro sono così e tu no”.
Infine, circa le riflessioni sul tema cardine di quest’anno, l’empatia, se essa esiste e se è possibile metterla in pratica nel quotidiano e toccarla con mano negli ambienti sanitari, ecco cosa è emerso:
“(…) mi sento arricchita, e sapere che esistono medici come quelli conosciuti qui dà maggiore speranza e fiducia per il futuro”
“L’EMPATIA un po’ c’è e un po’ ci si lavora per crearla; ho capito l’IMPORTANZA di saper ASCOLTARE gli altri, e di impegnarmi ad essere più chiara nel COMUNICARE”
“Penso che dovrei veramente cercare di entrare in empatia con altre persone”
“Se mi sento, sento meglio l’altro”
“Grazie di cuore”.
Un successo!
la Profondita del benessere 2017
Presentazione del libro La voce dell’anima di Luca Pinzi