
Premio letterario Andrea Bizzotto
Il 17 dicembre scorso, a Cittadella, si è svolta la serata di premiazione delle opere che hanno partecipato al premio letterario intitolato alla memoria di Andrea Bizzotto. La sua storia e il suo coraggio hanno ispirato la creazione di un’iniziativa letteraria che mira a diffondere un messaggio di forza, speranza, resilienza di fronte ai duri fatti della vita. Le opere pervenute all’attenzione della giuria del premio contenevano tutto questo. In calce all’articolo trovate i link del Mattino e del Gazzettino in cui si racconta della serata.
Vi riportiamo le parole toccanti delle autrici che si sono aggiudicate il primo e il secondo posto del premio. Non aggiungeremo altro, se non “complimenti!!!!”, perché queste testimonianze parlano da sole.
TESTIMONIANZA DI MARIA CRISTINA BENETTI – 1° posto
Se non sai cosa significa vivere un sogno, è perché non hai partecipato al “Primo Premio Letterario Andrea Bizzotto”. Giusto un anno fa, Cittadella aveva accolto e presentato la sua “Storia di un maldestro in bicicletta”.
Martedì 17 dicembre 2019.
Maria Brandt madre di Giulia, a cui Andrea ha voluto lasciare il ricordo di un padre mai davvero conosciuto, la casa Editrice, Brenta Piave Edizioni, i suoi amici, il Comune di Cittadella lo ricordano dando voce a storie di persone che della loro malattia, di un episodio infausto, ne hanno fatto un punto di forza. Scrivendo.
Non mi aspettavo così tanta ufficialità, ci sono volti sconosciuti, il pubblico mi appare mestamente silenzioso. Ho un ritardo di cinque minuti. Il Presidente di Fondazione Altre Parole mi rimprovera, l’Assessore Marina Beltrame pure. Ma cosa gli prende? Devo solo accomodarmi tra il pubblico, ritirare un attestato, applaudire ai vincitori, fare un brindisi, e ciao. Al tavolo, che così disposto fa sembrare quella sala l’aula di un tribunale, sono già tutti bell’è seduti. Aspettano l’arrivo di alcune persone, me compresa, per dare il via all’Evento. Tra le personalità ci sono Luca Pierobon, Sindaco di Cittadella, l’Assessore Marina Beltrame, Anna Tringali e Giacomo Rossetto di Teatro Bresci, a loro cura sarà la lettura di alcuni testi, e il Dr. Fernando Gaion, primario oncologo dell’allora ULSS 15. Poi persone, tante, che sarebbero state presentate, ma conoscessi un-nome-uno, tanto basterebbe. Avrei poi saputo che erano Silvia Bergamin, giornalista del mattino di Padova, conduttrice della serata, Andrea Bizzotto, Editore di Brenta Piave Edizioni, curiosa la sua omonimia con l’Autore del Premio Letterario, Francesco Chiamulera, Responsabile di “Una montagna di libri”, Festival Internazionale di Cortina d’Ampezzo, manifestazione protagonista della stagione letteraria cortinese, Rebecca Frasson, talento letterario trevigiano che ha supportato l’autore nelle limature del libro di Andrea oltre che Presidente del Premio stesso. E ancora altre personalità che, mi perdoneranno, ma proprio non ne conosco i nomi.
Al lato sinistro del tavolo, tra noi Autori, vedo Flavio Falier con il suo “Il coraggio di vivere”, storia di come, dopo un incidente in moto che lo ha costretto in carrozzina, ha ritrovato l’interesse per la vita; Federica Tessaro e Claudia Fior con l’albo illustrato “Insieme per sempre”, parole e immagini per affrontare il tema del distacco e della perdita, strumento per instaurare una relazione comunicativa tra generazioni, favorendo confronto e dialogo. E ancora, Luca Pinzi con “La voce dell’anima”, e altri partecipanti che non conosco. Di nuovo, ho esagerato, inviando un libro edito, “Allora mi prenderò un cappello”, dove ho scritto non di malattia ma delle emozioni, anche spensierate, percepite nel mentre dei miei percorsi di cura. E degli scritti che lasciavo ammuffire in una cartella a PC. Da oltre due anni.
Avere già pubblicato non significa sentirsi bravi. Non trovavo il coraggio di tentare, ahimè, temevo e temo il confronto. Tutti sono più bravi di me, chi vuoi che mi si fili, mi vado ripetendo da… da sempre. Un mese fa, all’uscita del bando del Premio di Andrea Bizzotto, ho preso una decisione. Adesso basta! Prendi quegli scritti, trova la giusta sequenza, e invia. Accetta l’idea di un no, non va bene. Non pubblicheremo i tuoi racconti. Se Andrea ha condiviso la sua storia con persone diventate poi parte della sua famiglia, forse avrei potuto osare. Faccio parte anch’io di un gruppo, una seconda casa, dove ricevere, dare affetto e solidarietà, condividere progetti, sono intenti reali. Sarà per questo che, da subito, ho fatto una cosa che… ho pianto. Vedere le immagini di Andrea, identificarmi nel suo vissuto di malattia, pensare a quanto mancherà ai suoi cari, al vuoto che ha lasciato, ha smosso delle sensazioni sepolte. Ho percepito affetto puro, l’intento di tenere saldo il suo ricordo, buoni sentimenti, solidarietà rivolta a un amico, ma anche figlio, padre, confidente, compagno, tanto da farmi azzardare. Volevo di più, desideravo fare mio quell’abbraccio, ne sentivo forte il bisogno, per me stessa, per mio marito, che in questi anni ha vissuto quanto ho vissuto io, come se riuscirci potesse dare un senso a tutto e lenire ferite ancora scoperte.
Con Maria Brandt, lei era tra le personalità, ci guardavamo, scambiandoci lacrime, sorrisi, baci soffiati. Mi sentivo sottosopra, così sottosopra da non riuscire a trattenermi, piangeva lei, piangevo anch’io. Alla consegna degli attestati, fissavo quel cartoncino colorato manco fosse la cosa più bella al mondo. Oltre al titolo “Devo ricordarmi di dimenticare”, ci vedevo una chimera, un sogno, una favola a cui non sapevo se potevo ambire. Se non ti fai aspettative forse ci starai meno male quando proclameranno i vincitori. Questo mi ripetevo, una sorta di barriera, il mio modo per proteggermi dalla delusione all’ennesimo “NO”. Forse ho sbagliato testi, chissà cosa avrà pensato la giuria, cosa mi sarà passato per la testa. Correttore word a parte, e la ristesura di un racconto, non avevo apportato ritocchi. Brava, ma cos’hai in quella testa! Uffa, questa fissa della mancanza di titoli di studio che si ripresenta, puntuale, come il sorgere del sole. Hai voglia a dare retta a chi dice, che la cosa importante è saper comunicare e arrivare, anche con parole semplici, al cuore delle persone. Ma in momenti così non sai proprio a quale voce inconscia appellarti.
Finalmente, tra lacrime, menzioni su Andrea, dubbi, aspettative, pensieri ingarbugliati, siamo al rush finale.
Il terzo posto viene dichiarato, Giacomo Rossetto legge uno stralcio dell’autore Massimo Baldo, “Luamaro el Sindaco”, che alleggerisce una serata già così densa di emozioni. Dall’altra parte del tavolo mi sento osservata, sembrano fissare, boh, e sorridono. Sarà per il colore rosa shocking che mette allegria. Il mio modo per riappropriarmi dei capelli che da tempo non sento più miei.
“Insieme per sempre” progetto “Un nuovo sole in oncologia”, secondo classificato! Anna e Giacomo, amici della Fondazione, hanno dato vita ai bambini di quell’album. Soddisfazione, e gioia per Claudia e Federica che si commuove, quante sensazioni si celano nelle sue lacrime.
Chissà poi, perché i sensi hanno così tanti risvolti? Liquidi, sorrisi, voglia di saltare, urlare. Chissà. Ho percepito felicità, tanta, e tristezza. La mia. Chi non vorrebbe classificarsi, sentire leggere le parole scritte a fatica, nessuno di noi è un professionista. Scriviamo, scrivo come espressione pura, il mio modo di comunicare agli altri, da quando la malattia è entrata, di prepotenza, nella mia vita. Pazienza, è stato bello sognare, ci proverò ancora. Vedrò.
Anna si prepara a leggere l’ultimo racconto, da qui a un mese il primo classificato firmerà un contratto editoriale, come premio la pubblicazione; entro un anno quella persona terrà in mano il suo libro, nuovo nuovo, la copertina sarà a cura di un professionista.
Anna si alza. Esile, fiera, come mi piace il suo mondo, lei sa dare anima alle sensazioni. Per questo la definisco la fata delle emozioni. Eccola che inizia, si gira verso di noi autori, pronuncia le prime parole.
«Nel tempo mi sono affezionata al tragitto che mi porta da casa a Camposampiero…»
Non so se ho riso, non so se ho pianto. Per una volta ho lasciato andare, libera, la felicità. Gioia, pura, immensa. Gioia per me stessa, ma anche delusione, per gli altri, e me ne scuso con i miei colleghi, perché mi immedesimo in loro, delusa, lo sarei anch’io. Invece loro sorridono, mi guardano e sorridono, la mamma dell’autore del testo “Sunshine”, impossibilitato a presenziare alla serata, mi regala un pensiero dolcissimo. Hanno vinto le parole che meritano di vincere. Ecco che mi ricommuovo, manco ce ne fosse bisogno. Raggiungo il centro della sala, applaudono, tutti. Maria Brandt, ancora dalla sua postazione mi cinge con lo sguardo. Quando ci abbracciamo davvero, per un lungo attimo, sento e le rivelo il peso del confronto con Andrea, ma lei mi sussurra che, no, adesso tu sei il vincitore, devi essere te stessa. Sono così felice per te. Devi portarlo avanti a modo tuo. Questa è la tua storia.
Lavorerò sodo, saprò meritarmi questo premio, voglio davvero farmi guidare, sono così grata di pedalare assieme ad Andrea. La sua è «una storia potente, la storia di un papà e di una figlia che un libro unirà per sempre». Cercherò di essere un buon gregario, facendo conoscere, con i miei racconti, non la mia malattia, ma il desiderio di andare avanti. Perché se nel tempo la malattia mi ha sottratto dalla quotidianità, è giunto il momento di non concedergli più il mio tempo. Cercherò di farlo, vivendo, giorno dopo giorno. E scrivendo.
Devo ricordarmi di dimenticare.
TESTIMONIANZA DI FEDERICA TESSARO E CLAUDIA FIOR -2° posto
Il 17 dicembre scorso, io e Claudia abbiamo avuto una grande, grandissima sorpresa. Una di quelle sorprese che ti riempiono gli occhi di stupore ed il cuore di felicità vera, piena, quella felicità che ti commuove e ti fa piangere di gioia. Ricevere il secondo premio al Concorso letterario intitolato ad Andrea Bizzotto grazie alla nostra opera “Insieme per sempre”, ci ha davvero spiazzato!! Questo riconoscimento dà merito e valore ad uno strumento di comunicazione in cui noi da sempre abbiamo creduto molto, tanto da usarlo spesso in classe con i nostri alunni. Questo per noi è un ulteriore stimolo ad andare avanti, a credere con ancora più forza nella nostra passione di scrivere e di illustrare. Hanno vinto non tanto Claudia e Federica, ma la bellezza e la forza delle immagini e la semplicità e dolcezza delle parole.
Grazie a tutti di cuore e al prossimo anno magari con un nuovo libro!