«Che cosa devo fare per avere un buon medico?», si domanda il paziente.
«Che cosa devo fare per avere un buon paziente?», si domanda il medico.
Il modello formativo della Scuola, che avrà sede in Veneto, si propone di curare la medicina attraverso la cultura e l’insegnamento della conversazione come primo strumento d’interfaccia tra medico e paziente.
La conversazione a cui ci riferiamo non è sinonimo né di evasione, né di futilità. Indica piuttosto un rapporto in cui, pur nella differenza di ruoli e di competenze, i conversanti si guardino negli occhi, si rispettino reciprocamente, evitino di svalutarsi l’un l’altro, valorizzino i rispettivi contributi per arrivare a decisioni condivise.
Questa la conversazione che dovrebbe aver luogo tra i professionisti della cura, portatori del sapere scientifico, e i curati, ricchi della propria biografia e dei propri valori. Senza dimenticare familiari e congiunti, che vengono inevitabilmente coinvolti quando una malattia sconvolge la biografia di una persona. Da questa conversazione ci aspettiamo che sia prodotta una cura “sartoriale” o personalizzata, come un abito su misura.
Il modello della conversazione in medicina richiede cambiamenti profondi tanto nella cultura dei professionisti della salute, quanto in quella dei cittadini che ad essi fanno ricorso. Per gli uni e per gli altri è una competenza nuova, frutto di un apprendimento: un percorso (ri)educativo da intraprendere insieme.
La Nuova Civiltà della Conversazione in Medicina vuole essere un luogo in cui si incontrano coloro che accettano di